Si presenta con sempre maggior frequenza il caso di Comuni nei quali il progressivo e costante calo della popolazione residente rispetto al 31 dicembre 2010 ha determinato il venir meno della proporzione di legge tra numero di farmacie e popolazione residente; in pratica, non vi sono più i numeri che nella primavera del 2011, con riferimento ai dati del 31.12.2010, avevano consentito la istituzione delle nuove sedi farmaceutiche che ora sono state inserite nei concorsi straordinari banditi dalle diverse regioni.
Il fenomeno è frutto principalmente del censimento intervenuto nell’ottobre 2011 che ha dato un bilancio quantitativo in parecchi Comuni assai diverso ed in diminuzione rispetto ai dati dell’anagrafe.
In altri termini, i dati anagrafici sono stati per così dire puliti di chi non risultava realmente residente e perciò sono davvero molti i Comuni in cui sono venute meno le condizioni che avevano legittimato la istituzione di nuove sedi farmaceutiche, specie quando tale istituzione era avvenuta utilizzando il resto di popolazione superiore al 50% del parametro di legge.
Questa situazione merita molta attenzione perché si tratta di verificare se il venir meno della popolazione che ha legittimato la istituzione della sede farmaceutica debba determinarne la soppressione, oppure si tratti comunque di un assetto intangibile.
Il problema in realtà è semplice dal punto di vista concettuale, ma certamente si rivelerà difficile sul piano della soluzione: in sede di revisione della pianta organica la sede farmaceutica che risulti soprannumeraria nel senso che si è detto deve essere soppressa; la sua effettiva soppressione incontrerà molte difficoltà, si è facili profeti a dirlo, per gli equivoci e la vischiosità che caratterizzano queste situazioni.
Va osservato in particolare che il problema offre, per così dire, una finestra di soluzione ora, cioè prima che la sede farmaceutica soprannumeraria venga assegnata a mezzo del concorso straordinario determinando nell’assegnatario il forte affidamento nella sua apertura e, soprattutto, ad apertura avvenuta, nel suo mantenimento.
Al momento attuale, invece, non essendo ancora intervenute le assegnazioni ai vincitori dei concorsi, nessun interesse privato si contrappone all’interesse pubblico alla migliore assistenza farmaceutica, interesse che, per definizione, si realizza con il rispetto della legge e perciò della proporzione tra numero di esercizi e popolazione residente che la legge prevede.
Non vi è dunque dubbio che debba intervenire la soppressione delle sedi farmaceutiche soprannumerarie ed il loro stralcio dai concorsi straordinari in cui sono state inserite: la difficoltà è data dal fatto che i Comuni nella gran parte non solo non hanno operato la revisione della pianta organica delle farmacie entro il 31.12.2012, come avrebbero dovuto fare per essere tempestivi, ma neppure si apprestano a farlo, non essendo incentivati perché non hanno nuove sedi da istituire, da un lato, e non avendo l’abitudine a disporre essi stessi la revisione della pianta organica delle farmacie, come invece il decreto Monti stabilisce dall’altro.
La conclusione è ovvia ma non per questo meno fondata: chi vi ha interesse deve insistere con le buone … e con le cattive perché la revisione della pianta organica venga fatta al più presto.